Viaggio in Polonia #3

Si è stabilito, diverso tempo fa, che un indice di misurazione dell’andamento della crescita di un Paese è basato sul prezzo del Big Mac. Più l’hamburger costa caro, più l’economia del Paese può ritenersi in forma [1].

Se le cose stanno davvero così, allora vuol dire che la Polonia non se la passa tanto bene. Qui, il panino più famoso di McDonald’s costa solo 7.90 zloty pari a 1.92 euro.

Poi, si dice anche questo: per valutare l’osservanza dei diritti umani, si valuta il prezzo a cui viene venduto il kalashnikov. Meno costoso è il mitra, più facilmente è accessibile il più letale e leggero strumento di morte, più i diritti umani sono violati [1].

Rintracciare un AK-47 lo facciamo la prossima volta, ok?

Continua…

[1] Roberto Saviano – La bellezza e l’inferno. Scritti 2004-2009, pag.51 (link)

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Presagi

Bene, quel carrozzone intitolato Alitalia è fallito oppure no? Lo domando solo perché sono impaziente di vedere come gli eventi precipitino: una volta cancellata, dalle rotte di tutto il mondo, la compagnia aerea con la bandiera italica, sarebbe logico far fallire un altro grande orrore imprenditoriale italiano, tenuto ancora in piedi nonostante gli ingenti debiti e le svariate incompetenze che si possono annoverare al proprio interno. Questo è il fausto evento che auspico, per i prossimi mesi, per il bene del nostro Paese.

Indovinate un po’ a quale azienda (si fa per dire) sto pensando?

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Non fa una piega

(…) ma perché aspettarsi più giustizia da parte di Esmeralda che da Quasimodo? Non si è forse fermato anche lui all’aspetto esteriore della creatura? E’ lui che dovrebbe mostrarci la superiorità della bellezza interiore rispetto alla bellezza visibile, innamorandosi magari di una vecchia sdentata: allora sì che sarebbe credibile.

Amélie Nothomb – Attentato

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Non c’è vento da perdere

La voglia, di questi giorni, di tenere la testa un po’ più in alto del solito, quasi tra le nuvole, mi ha portato a scorgere, lungo alcune colline del sud del nostro Paese, diverse realizzazioni di quest’idea sovrana. Solo che io, a dispetto di quel che accade nel bel filmato di greenpeace, le ho viste tutte – dico tutte – ferme, immobili, senza neppure l’impressione di un mezzo giro di pala.

Com’è ‘sta storia?
Per quale motivo le nostre pale (eoliche) non girano?

Allora, mi son detto, delle due l’una: o la posizione prescelta di questi generatori eolici non è delle più felici (non siamo più capaci nemmeno a capire in quale zona del nostro territorio spira più forte il vento, mah), oppure quelle pale eoliche – diciamoci la verità – servono poco quanto niente, e – forse – sono state messe lì soltanto a tener buoni i bei propositi “verdi” che popolano, spesso, le nostre coscienze (quando ci ricordiamo di averne una).

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Sped. Abb. Post.

Ma c’è davvero qualcuno, in giro, che durante il mese d’agosto si reca in edicola per iniziare una di quelle fantastiche opere a fascicoli che permettono, tanto per fare alcuni esempi, di:

– pilotare un modellino dell’elicottero della benemerita come un vero top gun o un piccolo sottomarino radiocomandato per esplorare i fondali;
– essere il più grande collezionista di soldatini di piombo;
– catalogare figurine con l’effigie dei santi o rosari e corone devozionali.

No, perché se così fosse, mi spiegherei parecchie cose.

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