Di cosa parlo quando parlo di corsa

29) L’arte di correre (Murakami Haruki, 2007, pag. 157): Alla fine di questo lungo racconto del cosidetto scrittore maratoneta, l’indecisione che avevo per la scelta della maratona estera del prossimo autunno, va a scomparire. Perché mi è venuto un forte desiderio, leggendo questo libro, di partecipare all’Athens Authentic Marathon. Auspicabilmente il prossimo 12.11.2017.
E’ stato a dir poco entusiasmante il racconto legato all’idea, resa poi concreta in una calda alba d’estate (era il 18 Luglio del 1983), di percorrere il percorso Maratona – Atene, al contrario, partendo dalla capitale ellenica sino al raggiungimento del suo primo traguardo sulla distanza di 42.195 metri. Il tutto in solitaria.

Perché si dica quel che si vuole, ma io sono un maratoneta.

Voto 7,5.

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Occasioni perdute

28) Mancarsi (Diego De Silva, 2013, pag. 104): A leggere questo breve e dirompente romanzo, mi sono divertito soprattutto a trovare per iscritto certi pensieri per i quali vale la pena menzionarli; verità assolute, per me, che non hanno bisogno di alcuna dimostrazione:

Gli uomini facili prendono la sua rigidità come una forma di timidezza che è già un sì, e allora si fanno avanti, sperticandosi in penosi provini da cui escono puntualmente bocciati. Questa è la trappola della bellezza: se sei ben fatta il mondo si sente autorizzato ad averti o perlomeno a provarci, e così può avvicinarti, invaderti, parlarti anche se non rispondi e perfino se chiedi d’essere lasciata in pace. […] E poi guardateli, sono così prevedibili nell’approccio, striminziti nelle parole e impuniti nella sincerità, con quel pretendere di apparire simpatici e disinibiti subito, senza gradualità, senza riguardo e senza timidezza.

Voto 9.

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