Campioni di niente

17) Campioni senza valore (Alessandro Donati, 1989, 199 p.): Si potrebbero consumare km di inchiostro commentando questo libro che, dopo essere stato pubblicato, nel 1989, fu fatto sparire dalla circolazione, praticamente introvabile (qui, una sua versione scansionata), a causa di quanto veniva reso pubblico e messo in luce dalle denunce insistenti mosse dal Prof. Alessandro Donati, sulle innumerevoli magagne e scorrettezze nostrane vissute nel mondo dell’atletica. Abbiamo avuto per un lungo periodo, durante gli anni ’80, ai vertici nazionali sportivi, una banda di sconsiderati, disonesti, avidi e spericolati dirigenti che con la connivenza di medici senza scrupoli, compiacenti, egocentrici e cialtroni, hanno dato vita ad uno dei più pericolosi bluff della nostra storia sportiva, fatto di doping (di stato) e finanche di gare truccate (vedasi, a tal proposito, l’infinita figura fatta durante la gara del salto in lungo ai Campionati del Mondo di Atletica del 1987, a Roma, dalla performance con gàbola del connazionale Evangelisti) al solo grido di: “al pubblico interessano le medaglie”. E’ davvero imbarazzante aver sostenuto e idolatrato persone (non posso chiamarli atleti e non faccio i loro nomi per amor di patria) che gareggiavano con un ricco carico speciale, in corpo, di milioni di globuli rossi in più, tramite la pratica della emotrasfusione. Basta. Davvero. E’ (stato) solo un bello schifo. Voto 10.

18) Lo sport del doping (Alessandro Donati, 2012, 312 p.): Avere a che fare col clan nebioliano, non è stato semplice, ma questo testo-denuncia fa capire, ancora una volta, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che tipo di gestione del mondo dell’atletica abbiamo avuto nel nostro paese. Baste leggere queste aberranti parole per rendersene un poco conto in che mani stavamo: “il nostro è come un grande circo nel quale si rischia, tirando il tendone da una parte o dall’altra, che si richiuda su tutti noi.[…] mi trovavo di fronte a delle saponette da vendere e dovevo fare in modo da venderne sempre di più e a un miglior prezzo”. (P. Nebiolo).

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15) Il cartello (Don Winslow, 2015, 882 p.): ho amato alla follia il libro che ha preceduto questa uscita, Il potere del cane. Non avevo mai letto prima di allora una furia del genere. Letteralmente rapito da una storia così tanto forte. Il narcotraffico e la guerra tra i cartelli messicani. Dal sequel mi aspettavo un grande continuous. In gran parte lo è stato, ma alcuni personaggi si sono troppo velocemente dissolti negli eventi e il finale non è stato all’altezza delle mie aspettative. Rimane comunque un libro ben scritto, con una trama molto ben architettata, e con un personaggio, Pablo Mora, che desideresti conoscerlo sul serio. Voto 9=.

16) Sono contrario alle emozioni (Diego de Silva, 2014, 172 p.): mi piaceva tanto, il titolo. E l’ho comprato. La storia/trama qui non c’è. Ci sono una serie di pensieri, alcuni divertenti, altri acuti, e poi altre considerazioni che oscillano – talvolta – tra lo scriteriato e il passivo. Voto 5,5.

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