Partecipo alla prima assemblea di condominio della mia vita. Dopo i vari convenevoli, baci e abbracci, inizia l’appello dei presenti. Bastano pochi minuti per assistere all’inevitale: una parte dei partecipanti inizia a raccontarsele di santa ragione. Invettive, accuse, minacce.
Ma siamo davvero sicuri che il cosiddetto paese reale sia migliore di chi ci governa?
Per dire, una mamma presente chiede la possibilità di poter trovare una soluzione ad un suo problema: quando parcheggia la sua auto, le catene e i paletti divisori dei posti auto di alcuni dei presenti sono un disagio per lei e il suo piccolo figlio di 6 mesi. Una volta sostata, per poter comodamente uscire dall’auto col seggiolino e il bimbo al seguito, fa una fatica bestia per poter svincolarsi da quella morsa di catene e paletti, chiare iniziative alla difesa della proprietà privata. La proposta è di poterle togliere, almeno per un limitato periodo. Si scatena una rissa che non vi dico, senza remore. Per i diretti interessati, quei paletti per nulla al mondo debbono essere toccati e chissenefrega se la sfortunata mamma è finanche caduta sulle catene divisorie. La signora, allora, si risente per la loro chiusura a prescindere al suo problema, minaccia di mettersi di traverso, da quel punto in poi, per ciascuna delle decisioni da intraprendere durante l’assemblea. Insomma, un bel caos e una tristezza infinita.
Quell’estenuante disagio che provo in quei quindici minuti di fervida discussione mi suggerisce di cedere il mio posto auto, che è privo di qualsiasi protezione, alla mamma delusa; poi, all’ennesimo scontro tra gli astanti, vado via, salutando tutti, ché io, la gente che litiga come se fosse in tv, non la sopporto mica.
Ma siamo davvero sicuri che il cosiddetto paese reale sia migliore di chi ci governa?
Per dire, una mamma presente chiede la possibilità di poter trovare una soluzione ad un suo problema: quando parcheggia la sua auto, le catene e i paletti divisori dei posti auto di alcuni dei presenti sono un disagio per lei e il suo piccolo figlio di 6 mesi. Una volta sostata, per poter comodamente uscire dall’auto col seggiolino e il bimbo al seguito, fa una fatica bestia per poter svincolarsi da quella morsa di catene e paletti, chiare iniziative alla difesa della proprietà privata. La proposta è di poterle togliere, almeno per un limitato periodo. Si scatena una rissa che non vi dico, senza remore. Per i diretti interessati, quei paletti per nulla al mondo debbono essere toccati e chissenefrega se la sfortunata mamma è finanche caduta sulle catene divisorie. La signora, allora, si risente per la loro chiusura a prescindere al suo problema, minaccia di mettersi di traverso, da quel punto in poi, per ciascuna delle decisioni da intraprendere durante l’assemblea. Insomma, un bel caos e una tristezza infinita.
Quell’estenuante disagio che provo in quei quindici minuti di fervida discussione mi suggerisce di cedere il mio posto auto, che è privo di qualsiasi protezione, alla mamma delusa; poi, all’ennesimo scontro tra gli astanti, vado via, salutando tutti, ché io, la gente che litiga come se fosse in tv, non la sopporto mica.
technorati tags: guai a toccar l’orticello del vicino, i coltelli della spocchia e dell’indifferenza
Pensa, cara Patty, che per non vederli più, almeno per i prossimi 6 mesi, ho anticipato il pagamento delle quote a venire. Mi ci hanno costretto. Non ce la farei ad assistere ad un altro spettacolo molto basso.
quando devo andare ad un’ assemblea di condominio mi monta l’ansia, figurati che poi mi tocca avere a che fare pure con una cognata antipatica ma tanto, e come te non sopporto la gente litigiosa e prepotente