Un piacevole inferno

Ormai il muro è stato raggiunto, toccato, costruito. Adesso è compito dell’atleta abbatterlo quel maledetto muro (cit.) dei 90 minuti sulla mezza maratona (21,097 km).
Domenica scorsa, 23 Maggio 2010, lungo un percorso soleggiato tra le terre di quella che fu la Campania Felix, ho stabilito il nuovo personale sulla distanza: 1h30’10”.

E domenica prossima, 6 Giugno 2010, si cambia Regione. Ci cimentiamo in una faticosa e panoramica scarpinata dalle parti di Porto Ercole.

Le persone che mi seguono nell’avventura dicono che sono impazzito. Ritengo abbiano perfettamente ragione.

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Burocràzia italiota

E’ che serve il certificato, in Italia, sennò mica puoi partecipare a quel cacchio che ti pare. Così, mi informo ed oggi, nel pomeriggio, raggiungo il primo centro medico sportivo della mia vita. Conosco un medico giovane, affabile, pronto per esaminarmi.
Mi fa: per cosa ti serve il certificato? Per la maratona, gli dico. In Italia, infatti, è d’obbligo averlo, all’estero no, ti iscrivi e gareggi, come uno di loro, uno qualunque. Lui, perplesso, ci pensa un po’ e poi commenta: già, epperò tosta quella. La maratona, dice, non è uno scherzo. Lo so, gli rispondo. Son giorni che dai dolori lancinanti alle gambe, per via degli allenamenti, frequento mondi ultra terreni.

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