Per vagabondaggio

La cosa più divertente che mi sia stata domandata, per le parole utilizzate, negli ultimi due giorni è “posso sapere come ti chiami nel caso dovessero arrestarci?” (e adesso dimostrate di possedere sufficiente immaginazione nel non concedervi al primo pensiero che stavate facendo, suvvia).

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Volevo dire

Il tenutario qui, per le tanto agognate ferie, lascia l’ombrellone e la salsedine nei loro posti abituali e si organizza per un viaggio di diverso sapore rispetto agli anni passati: va in visita in quei luoghi dove dio non c’è mai stato, o al più è morto anche lui, e lungo i quali, da tanto tempo, desiderava camminare. Quel giorno, finalmente, sta per arrivare. Ad agosto si parte per la terra polacca, e per quelli che furono i campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

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Uomini senza sonno

Sono le 5 del mattino e sono ad una stazione ferroviaria. In partenza. Salgo sul treno appena giunto al binario numero 1. Preferisco non sedermi altrimenti mi addormento all’istante. Rimango in piedi. Solo che è inutile: mi addormento lo stesso. Ad un certo punto, mentre ho gli occhi chiusi e la mente altrove, mi sento toccare. Spalanco velocemente le palpebre e vedo di fronte a me un tizio che mi fa:

– aò, ma che fai dormi in piedi?

– c’ho un’ora di sonno, amico.

– io, invece, ce ne ho soltanto due.

Mi sorride e scende dal treno. Lui era già arrivato.

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BM live

Di ritorno dal concerto di Brad Mehldau tenutosi a Roma, alla Cavea, c/o l’Auditorium Parco della Musica, credo che valga la pena riportare alcune considerazioni nate durante la serata:

– non sopporto più la ggente che si reca ai concerti jazz d’estate come se fosse su di una passerella d’alta moda mira mare e niente più; la musica, per questi personaggi, non conta una beata favella. Andrebbero lasciati fuori. Da tutto.
– il concerto è durato poco meno di 90 minuti: troppo poco per poter dire d’essersi riscaldati;
– solo il 5% dei partecipanti ha compreso che il pezzo più intenso, suonato da Mehldau, s’intitola Teardrop ed è un brano dei Massive Attack (qui un assaggio per coloro i quali non sanno);
– Brad Mehldau è uno dei musicisti più timidi e impacciati che io abbia mai visto suonare dal vivo; altissimo e dinoccolato, non capisco come faccia a suonare in quel modo, inchiodato allo sgabello che gli arriva alle caviglie.

That’s all.

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