Di ritorno dal concerto di
Brad Mehldau tenutosi a Roma, alla Cavea, c/o l’Auditorium Parco della Musica, credo che valga la pena riportare alcune considerazioni nate durante la serata:
– non sopporto più la ggente che si reca ai concerti jazz d’estate come se fosse su di una passerella d’alta moda mira mare e niente più; la musica, per questi personaggi, non conta una beata favella. Andrebbero lasciati fuori. Da tutto.
– il concerto è durato poco meno di 90 minuti: troppo poco per poter dire d’essersi riscaldati;
– solo il 5% dei partecipanti ha compreso che il pezzo più intenso, suonato da Mehldau, s’intitola
Teardrop ed è un brano dei
Massive Attack (
qui un assaggio per coloro i quali non sanno);
– Brad Mehldau è uno dei musicisti più timidi e impacciati che io abbia mai visto suonare dal vivo; altissimo e dinoccolato, non capisco come faccia a suonare in quel modo, inchiodato allo sgabello che gli arriva alle caviglie.
That’s all.
technorati tags: in una notte di luglio, tra le tre tartarughe