Bussano alla porta. Con lentezza vado ad aprire. In un primo momento, penso che sia il caso di rimanere dove sono perché stanco. Poi, il suono del campanello insiste nel disturbarmi e ci ripenso. Dunque, mi sposto. Vado verso l’ingresso. Apro la porta, e mi trovo di fronte una ragazza. Mai vista prima. La osservo, come si fa con chi ti ha appena distolto dal far qualcosa di gran lunga più importante, sufficientemente contrariato. Debbo avere la faccia non troppo rassicurante perché la noto subito impacciata, imbarazzata. Non immaginava che venisse ad aprirle la porta una persona diversa da quella che si aspettava di incontrare (e te credo).
– Desidera?
– Cercavo la signora, mi fa quasi balbettando.
– Quale signora, mi scusi? le rispondo.
In lei si innesca un dramma.
La vedo più incasinata di pochi istanti prima. Immobile di fronte a me, viola in volto, non sa più che dire. Immagino subito, però, cosa le stia saltando per la testa mentre mi fissa (ma la signora non vive da sola?), per cui l’anticipo evitando ogni equivoco.
– Ah, mia madre. E’ uscita, torna tra pochi minuti.
E questo solo perché io e la mia mamma non ci somigliamo per niente.
– Cercavo la signora, mi fa quasi balbettando.
– Quale signora, mi scusi? le rispondo.
In lei si innesca un dramma.
La vedo più incasinata di pochi istanti prima. Immobile di fronte a me, viola in volto, non sa più che dire. Immagino subito, però, cosa le stia saltando per la testa mentre mi fissa (ma la signora non vive da sola?), per cui l’anticipo evitando ogni equivoco.
– Ah, mia madre. E’ uscita, torna tra pochi minuti.
E questo solo perché io e la mia mamma non ci somigliamo per niente.
technorati tags: mater semper certa est, portarsi vecchi e malmostosi, saran le creme orientali