Il commesso viaggiatore vol.3

Continua il mio personale tour della penisola italica (zona sud). Nelle ultime due settimane, sono stato avvistato lungo le strade delle diverse seguenti località:

– Potenza
Una città fatta a piani, con salite (e discese) molto ripide a prova di frizione d’auto, dove è impossibile parcheggiare già alle sette del mattino, con delle strade più strette dei vicoli di Napoli. Poi, incontrare un autobus, contromano, come è capitato a me, non è niente male come esperienza.

– Campobasso
Un insieme di tristi e labirintici palazzi governativi, tutti addensati lungo un’unica strada.

– Salerno
Non so bene da quando sia entrato in vigore, forse è sempre stato così ed io non me ne sono mai accorto, ma il piano di viabilità fatto di sensi unici e accessi vietati, mi ha costretto, per la prima volta, a perdere l’orientamento. Più cercavo di tornare indietro e più le indicazioni stradali mi invitavano ad allontanarmi dal luogo da raggiungere. Alla fine, mi sono arreso per evidente stanchezza: ho smesso di ricercare la via smarrita, ho fermato l’auto, ho comodamente parcheggiato, nell’attesa che la persona che avrei dovuti incontrare mezz’ora prima, mi venisse a tirar fuori dalla quella situazione simpaticamente imbarazzante (no, scordatevelo, il navigatore non lo compro né ora, né mai: sono ideologicamente contrario. Credo sia inutile. Preferisco, nei luoghi dove non c’è un’anima che mi venga a recuperare, abbassare sempre il finestrino).

– Napoli
Nulla da aggiungere se non che è la mia città, tra l’inferno e il cielo (cit.).

– Battipaglia
Che ve lo dico a fare: era un obbligo fermarsi nei pressi di un caseificio e deliziare il proprio palato con della fresca e succosa mozzarella di bufala locale.

Le prossime tappe (già da domattina):

– Benevento,
– Avellino

e poi, molto probabilmente, nelle settimane che seguiranno, mi toccherà fare un giro anche in terra lombarda:

– Bergamo,
– Monza,
– Sesto San Giovanni

e

– Saronno dalla quale, ahimè, dovranno utilizzare la forza per portarmi via, visto che posso catalogarmi nella schiera dei fanatici degli amaretti.

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