Ho provato, in diversi modi, a convincere chi frequento a cambiare abitudine. Si può sorseggiare anche altro in sostituzione de
il solito, ma gli amici che mi circondano, in queste vacanze agostane, sono determinati a rimanere sulle posizioni iniziali. Una volta presa una decisione non mollano la scelta fatta e continuano a bere l’
apertass (che per carità, è uno spettacolo e tra l’altro, per onor di cronaca, ad introdurli al suo gustoso piacere sono stato proprio io, ergo non posso nemmeno più di tanto biasimarli). Ma adesso è tempo di cambiare e durante questi ultimi scampoli di completo relax, secondo chi scrive, la scelta della bevanda da sorseggiare per rinfrancare papille e gola, non può che ricadere su di un ancor più fresco e per nulla alcolico
cappuccino freddo (ammesso che troviate qualcuno che ve lo sappia preparare, eh)(*).
* per dire, l’ultima volta che mi è capitato di ordinare un cappuccino freddo ero seduto di fronte ad un bar con due amici. La barista, già in grosse difficoltà nel non saper bene quale prodotto digitare sulla tastiera del registratore di cassa (- tre cappucini freddi? ma non ci sono nella lista, e soprattutto, come si fanno? – avrà pensato), ha deciso di improvvisare preparando qualcosa di mai visto prima. All’interno di tre lunghi bicchieri di vetro ha provato a metterci qualsiasi prodotto digeribile: panna, granita di caffè, latte, e poi ancora ghiaccio, della crema di cioccolato, insomma di tutto. Senza alcun ritegno. Guardandola sconsolati, non ce la siamo sentiti di dirle alcunché. Sarebbe stato troppo umiliante. Nonostante i nostri occhi incollati sulle sue mani a lavoro, non si è persa d’animo. Giunta a conclusione del suo irripetibile capolavoro – suppongo conscia dell’assurdità realizzata – dopo aver servito il tutto al nostro tavolo, non ha potuto fare a meno di dire:
così ragazzi, stasera, evitate di cenare. Auguri.
technorati tags: provate a domandare e ad osservare le loro facce, bariste intraprendenti, a dire il vero mi mancano tanto i pastis e la kémia