Rubare è un atto ignobile, in sé. Essere derubati, invece, è un’esperienza che lascia turbati e senza sonno anche per lunghi periodi, nel terrore che quella violazione possa ripetersi.
Tempo fa, su queste pagine, feci cenno ad una brutta e triste avventura personale: l’appartamento in cui vivevo fu messo a soqquadro da un gruppo di ospiti inaspettati e alquanto sgraditi (si fa per dire, sgraditi e inaspettati). Portarono via tutto. In cambio, lasciarono in bella mostra maleodoranti segni del loro passaggio.
Ieri, invece, mi è successo un altro evento altrettanto sgradevole: entro nel piccolo cimitero del paese, dove sono sepolti alcuni dei miei cari, e mi trovo di fronte non più a delle lapidi, così come quelle che ricordavo; neppure quelle col classico prato ben curato posto davanti, sono più le stesse. No, mi ritrovo in un vero e proprio campo di battaglia: molte delle tombe che popolano quel campo santo sono spaccate, profanate, distrutte: in tre parole, ridotte uno schifo.
Nottetempo, gli autori di tanta viltà, hanno oltrepassato il muro di recinzione e senza alcun sentimento di pietà, hanno iniziato a depredare qualunque cosa capitasse loro a tiro. Sono stati talmente avidi che hanno portato via financo due panchine di legno. Guardando quello scenario, incredulo, ho compreso ancora una volta la differenza che passa tra chi è già sottoterra e chi no (almeno non ora): l’infinito spirito di sopportazione nel dover ancora convivere con questa gentaglia.
Tempo fa, su queste pagine, feci cenno ad una brutta e triste avventura personale: l’appartamento in cui vivevo fu messo a soqquadro da un gruppo di ospiti inaspettati e alquanto sgraditi (si fa per dire, sgraditi e inaspettati). Portarono via tutto. In cambio, lasciarono in bella mostra maleodoranti segni del loro passaggio.
Ieri, invece, mi è successo un altro evento altrettanto sgradevole: entro nel piccolo cimitero del paese, dove sono sepolti alcuni dei miei cari, e mi trovo di fronte non più a delle lapidi, così come quelle che ricordavo; neppure quelle col classico prato ben curato posto davanti, sono più le stesse. No, mi ritrovo in un vero e proprio campo di battaglia: molte delle tombe che popolano quel campo santo sono spaccate, profanate, distrutte: in tre parole, ridotte uno schifo.
Nottetempo, gli autori di tanta viltà, hanno oltrepassato il muro di recinzione e senza alcun sentimento di pietà, hanno iniziato a depredare qualunque cosa capitasse loro a tiro. Sono stati talmente avidi che hanno portato via financo due panchine di legno. Guardando quello scenario, incredulo, ho compreso ancora una volta la differenza che passa tra chi è già sottoterra e chi no (almeno non ora): l’infinito spirito di sopportazione nel dover ancora convivere con questa gentaglia.
technorati tags: si ruba ai morti per vendere ai vivi, se arrivasse loro un accidente, durante, sarebbero già nel luogo giusto
>Pepe sì, è vero, ma facciamo che succeda il più tardi possibile, eh.
>Patty c’era, poi l’hanno accoppato e nessuno l’ha più sostituito.
Quanto a ciò che hanno fatto, non ho resistito alla scena (tra l’altro anche la tomba di mio padre è stata oggetto di scempio). Son dovuto uscire subito.
ma non c’è un guardiano????
prende un senso di tristezza quando vedi scempi simili, ma anche una grande rabbia, al Verano dove è sepolto Tonino una volta ci fregarono una pianta di natale che i bambini avevano portato al papà, lo so che avremmo dovuto metterlo in conto, però mi ha roduto lo stesso!!!!
smack
“nui simme serie, appartenimmo a’morte”
non so se si scrive così ma l’ultimo verso di una bella poesia.
lukesky esattamente.
Champs Derisée?