Un paese (in)ospitale

Non è facile far finta di niente, prenderla bene. No. Di fronte alle parole che seguono c’è poco da fare (se non allontanarsi, nottetempo, da questo pessimo paese). Direttamente dalla Questura, ieri, è giunto presso la mia famiglia, un cortese invito:

L’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno in premessa è rifiutata

Entro 15 (quindici) giorni lavorativi dalla notifica del presente provvedimento, lo/la straniero/a deve, spontaneamente, lasciare il Territorio Nazionale.

Il seguente provvedimento non viene notificato nella lingua conosciuta dallo/a straniero/a per indisponibilità di personale idoneo alla traduzione del provvedimento stesso in tale lingua.

Within 15 working days since notification date of this measure alien concerned will have to quit Italian territory from Rome “L. da Vinci” international airport.

Desidero ringraziare i primi firmatari della legge per la quale abbiamo ricevuto un provvedimento del genere, il parlamento tutto che l’ha votata e l’ultimo governo in carica che non ha avuto il coraggio di renderci un tantinello migliori di quello che siamo: brutte persone.

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6 pensieri riguardo “Un paese (in)ospitale

  1. …Io non ci vivo piú da quasi 10 anni e preferisco averne nostalgia e tornarci in vacanza che viverci e venirne soffocata…

  2. Hai ragione, siamo brutte persone. E l’ultimo governo ha fatto davvero troppo poco per cambiare cose sostanziali: legge elettorale, conflitto di interessi e tanto altro.
    Ricordiamocene alle prossime elezioni.

  3. “questo è un paese per il quale non vale la pena né vivere né morire.”
    Condivido pienamente il tuo tag!
    Ed è uno dei motivi per cui non andrò a votare, non mi sento rappresentata da queste “brutte persone”… nessuna esclusa.

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