Treni ad Alta Volatilità

L’altra sera giungo alla stazione ferroviaria di Milano Centrale in ritardo, a causa dell’incredibile lentezza di uno dei tanti acclamati TAV (che cazzo sia la TAV, in Italia, non è dato sapere). Ho una coincidenza, l’ultimo treno da Milano per Chiasso. Ormai, penso, salire su quel treno che mi porta in Svizzera rimane un pio desiderio. E’ già in procinto di partire ed io, invece, sono ancora dalle parti di Piacenza. Adesso che si fa?

Passa il capotreno, gli vado incontro e gli porgo la domanda (retorica): pensa che arriveremo in tempo per la coincidenza con l’ultimo treno, in partenza da Milano, per la Svizzera? Mi risponde: sì, non si preoccupi. Quel treno sarà in stazione che l’aspetta.

Ecco cosa succede a chi fa della propria vita un voto alla totale miscredenza e alla perfida diffidenza: non crede mai a nulla, nemmeno alle buone notizie. Non crede nemmeno ai suoi occhi quando giunge a destinazione e lì, in stazione, trova pronto per la partenza, il treno per Chiasso ancora in attesa di quell’unico passeggero, in ritardo, proveniente da Roma.

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Konbanwa

Di fronte alle notizie che si leggono sui giornali (niente tv, per carità), non rimane, come diceva lui tempo fa, che mettersi comodi e riconciliarsi col mondo, a modo nostro, aspettando che la polvere si posi sulle macerie di quel (poco) che resterà. Il deterioramento irreversibile a cui stiamo assistendo porta, comunque, ad essere allegri e a spassarcela come possiamo, con dell’ottima musica, per esempio, ascoltando brani di spessore, per placare la rabbia prima e ripartire poi, più pimpanti che mai.

Ps.
Il titolo Home suggerisce una giusta meta dove andare tutti al più presto.

Trio in Tokyo – Home

[audio:http://www.fileden.com/files/2006/7/2/104236/03%20-%20Home.mp3]

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Skyviamola

Tutte le volte che leggo articoli con questi contenuti, mi infiammo e non resisto a dare il mio contributo. Ho appena telefonato (800 835 005) a quelli di Sky (servizio commerciale): cortesemente li ho invitati a non inviarmi più la guida tv mensile [1] che prima ricevevamo gratuitamente a casa e che da marzo, invece, diventa a pagamento con l’artificio del silenzio assenso. E’ una furbata che noi stiamo ostacolando così: rifiutandola.

[1] tra l’altro, la mia copia è sempre giunta a tutt’altro indirizzo.

Aggiornamento: gratuitamente un corno. La pagavamo già prima.

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(Post)datare

Prenoto, diversi mesi fa, una visita specialistica presso una struttura ospedaliera. Purtroppo il caso vuole che io perda il foglio dove mi appunto la data dell’incontro e, con la memoria che c’ho, il giorno preciso di quell’impegno non riesco a ricordarmelo nemmeno scolandomi una bottiglia di guaranà.
Allora, penso di chiamare l’accettazione per farmi aiutare. Telefono e mi risponde una voce maschile. Serafica.

Lui: Buongiorno, reparto di _logia dell’ospedale di rimembranza.
Io: Salve, chiamo per una conferma di una visita prenotata qualche mese fa.
Lui: Come si chiama?
Io: Mi chiamo dimenticanza.
Lui: Lei è sicuro di questo?
Io: Mi scusi, di cosa dovrei essere sicuro, del fatto che mi chiamo dimenticanza, che ho prenotato una visita o che le sto chiedendo giusto una conferma della data perché temo di ricordarla male?
Lui: (mi va di culo, non si incazza e prosegue) No, è sicuro che ha prenotato?
Io: (Mah, adesso che ci penso, forse no: io mi diverto un tumblr a telefonare in giro domandando a chiunque di prenotazioni mai effettuate) Certo che sì, è solo che ho qualche dubbio sulla data. Tutto qui.
Lui: Eh… mi scusi, ma lei che giorno si ricorda? (ahi, ecco, lo sospettavo che sarebbe arrivata: la domanda, quella insidiosissima).
Io: Mah, credo che sia per il giorno 17, ma le ripeto, non ne sono certo.
Lui: Evvabbè, allora venga il 17.
Io: Ho capito, grazie.
Lui: Prego, arrivederci.

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Siete dei signori in un mondo di merda*

Ho fatto la frittata**.

Senza buttarla troppo per le lunghe, ché mi aspetta un lavoro certosino per ridare una parvenza di continuità col vecchio spazio web***, ho dimenticato di rinnovare l’abbonamento per tenere in vita il mio (vecchio, ormai) dominio dalianera.net.

I furbetti del web (ne esistono parecchi anche qui), appollaiati dietro i nostri pannelli di controllo ad aspettare che qualcuno di noi si dimentichi (come ho fatto io, senza scusa alcuna) di stare attento alla propria roba, ne hanno approfittato ancora una volta e hanno mandato a ramengo il mio vecchio blog. In soldoni, me l’hanno “rubato” in allegria. Quando l’ho scoperto, dal nervosismo, mi è venuto quasi da piangere.

Adesso, ciò che vedete a questa nuova URL https://www.dalianera.it è nuovo di pacca. Nel senso che il blog è quello vecchio; il dominio, invece, no.

Seguiranno degli aggiornamenti.

*cambiando l’ordine dei sostantivi il risultato è l’unico appellativo valido per coloro i quali, sfruttando questi mezzucci, cercano, invano, di avere un minimo di visibilità in più in Rete, sulle spalle degli altri.

**post nato nei giorni scorsi di fronte ad una bottiglia di buon brandy e, dunque, dalla consecutio temporum un bel po’ alcolica.

***chi conosce la nascita di questa Biblioteca, sa bene che qui, al suo interno, non c’è post o link che il buon gidibao non sappia a menadito: è a lui che va tutto il merito di aver risistemato le cose per il verso giusto. Il sottoscritto, neppure sotto dettatura ne sarebbe stato capace.

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