12 pensieri riguardo “Prezzi bassi a costi eliminati

  1. Sarà deformazione professionale, o semplicemente pignoleria da segno vergine, ma io ne sento proprio la necessità fisica ed è emotiva di alzarmi sparecchiando.. già so che non è normale.. e comunque lo facciamo anche al Mac Donald..
    baci.

  2. Il prossimo passo sarà prepararsi il cibo da soli, così nel frattempo si collaudano le cucine esposte 🙂

  3. Ciaooooo Tack …
    si è solo ed esclusivamente apparenza!!!!!!!!!!!
    Pensa che la maggior parte dei dipendenti sono presi da società di lavoro temporaneo … finito il contratto …. non li richiamano più!!!
    anche se sono andati bene … ovvero puoi lavorare solo e soltanto una volta all’Ikea!!!!!!!

    e altra cosa … la stesso politica c’è nei mobili …. ovvero te li monti e te li porti tu a casa così non dobbiamo avere spese aggiuntive e le cose costano meno!!!! Peccato che a casa mia ci hanno messo 3 giorni a montare una mega libreria!! 🙁

    Bacioni Mary

  4. Plus-valore = viene accumulato tramite l’impiego da parte del capitalista di una merce particolare che ha la capacità di produrre più valore rispetto a quanto viene pagata: questa merce è la forza lavoro dell’operaio.

    L’operaio produce 10 ma viene pagato con un salario di 6: 10-6 = 4 è il plus-valore prodotto dal plus-lavoro non pagato dell’operaio.

    In questo caso il consumatore fa risparmiare all’IKEA anche i 6 che avrebbe dovuto pagare all’operaio!

    Complimenti!

  5. Puah. Se mai ci andassi, credo che mi rifiuterei di sparecchiare, a costo di farmi andare le polpettine (occhio ai trucioli) di traverso. Le politiche di gestione dei costi sono affaracci dell’Ikea, di cui trovo di poco gusto mettere al corrente il cliente.

  6. >Lapilli credo che George Ritzer non sia mai entrato in una mensa Ikea altrimenti quel cartello l’avrebbe potuto benissimo mostrare a voi, partecipanti all’incontro.

    >Patty bisogna sempre diffidare del buonismo.

    >Alex si inizia sempre da lì, mai dai dirigenti inetti ed incapaci (Alitalia docet).

    >sonia almeno aspettami che ci andiamo assieme a lasciare i vassoi sui tavoli ikeani (credo che a Lugano, gli svedesi, abbiano trovato un’altra soluzione, furbi come sono). 🙂

    P.s.
    Le polpette son buone, non sai che ti perdi. 😀

    >elisewinfox ma il nonno, all’Ikea, non rischia di avere l’abbiocco? 🙂

    >chit il consumatore (lo dice il termine stesso) deve solo consumare. Per le dinamiche aziendali, le assunzioni e lo sfruttamento dei lavoratori insito nella massimizzazione dei profitti, ci pensano già i dirigenti d’azienda (con o senza le strisce gialloblu).

  7. Andiamogli a dire che l’esperimento in Italia è già stato fatto con la raccolta differenziata dei rifiuti. La fanno fare ai cittadini eppure le tasse sui rifiuti sono aumentate lo stesso.
    Funzionerà in Svezia il metodo (forse) ma in Italia, spiacenti, non funziona proprio.

  8. Ho un’amica che lavora all’Ikea a Bologna… me ne racconta peste e corna sulla loro facciata buonista a dispetto dei diritti dei lavoratori!
    Io evito di andarci, sinceramente, sarà pure economico (ma poi mica tantissimo eh, se si sceglie merce di qualità migliore) ma mi stanno sulle scatole questi ENORMI centri commerciali dove puoi fare di tutto, dal pranzare, al far giocare il bambino, etc… Le nuove famiglie passano così i pomeriggi. Iuppy invece di portare i bambini alle giostre, andiamo tutti all’IKEA… nonni compresi!!!

  9. Oh mado, sono esterrefatta! Chi ha progettato questo cartello è proprio un cojone. Questa è mancanza di rispetto verso chi non ha un’occupazione.

    Bene, d’ora in poi andrà a mangiare le polpettine Ikeane (mangiate solo una volta) (anche se mi vengono su dopo due giorni). Ci andrà apposta, lasciando ovviamente il vassoio sul tavolo. Così magari decideranno di assumere qualcuno.

    Controllerà a Lugano se c’è un cartello anche lì. Ma dubito.

    P.s.
    Le polpettine sanno di compensato! 😀

  10. Infatti lo è!
    A York ho avuto il piacere di sentire un bell’intervento di un sociologo americano (George Ritzer) incentrato sul concetto consumatori-schiavi nell’epoca della McDonaldizzazione della società. La foto che hai messo avrebbe potuto mostrarla lui.

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