Un chiaro segno dell’esistenza dell’Eupalla*

Eduardo Galeano, grande conoscitore e amante del gioco del calcio, nonchè cantore delle tradizioni e delle diverse culture di un popolo immenso come quello che vive in America Latina, nel suo libro “El fàºtbol a sol y sombra” ci racconta (pag. 71):

Una notte di pioggia scrosciante, mentre moriva l’anno 1937, un tifoso nemico seppellà un rospo** nel campo di gioco del club Vasco da Gama e lanciò la sua maledizione: “Che il Vasco da Gama non vinca un campionato per almeno dodici anni. Che non lo vinca, se davvero esiste un Dio in cielo!”
Arubinha si chiamava, questo tifoso di una piccola squadra che il Vasco da Gama aveva umiliato per 12-0. Nascondendo un rospo, con la bocca cucita, nella terra del vincitore, Arubinha stava castigando quell’abuso.
Per anni tifosi e dirigenti cercarono quel rospo nel campo e nelle vicinanze. Non lo trovarono mai. Crivellato di buchi, quello sembrava un paesaggio lunare. Il Vasco da Gama comprava i migliori giocatori del Brasile, metteva assieme le squadre più potenti, ma restava condannato a perdere.
Finalmente, nel 1945, il club vinse il campionato di Rio e ruppe la maledizione. Era diventato campione l’ultima volta nel 1934. Undici anni di digiuno. ” Dio ci ha fatto un piccolo sconto”, dichiarò il presidente.

*La dea che presiede alle vicende del calcio ma soprattutto, del bel gioco. Divinità  benevola che assiste pazientemente alle goffe scarponerie dei bipedi. Parola di Gianni Brera.

**Il rospetto è di mia proprietà  e non delle immagini di gùgol, eh.

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4 pensieri riguardo “Un chiaro segno dell’esistenza dell’Eupalla*

  1. Deve essere successo qualcosa di simile all’Inter qualche anno fa. 🙂

    Comunque avevo sentito questa storia, c’è n’è anche una legata al campo del Birmingham City, che fu costruito dove prima abitavano dei zingari che, dopo essere stati cacciati, maledirono la squadra, che effettivamente in tanti anni è sempre rimasta all’ombra dei rivali dell’Everton senza vincere mai un tubo.

  2. >Mr. Cima c’è la mia vicina di casa, una zitella di primo ordine, che lo guarda con una certa lussuria. Secondo me ci vede già un gran bel pezzo di maschio. Poi, chissà…

    >Slowfinger beh, effettivamente a San Siro i tifosi rossoneri hanno davvero esagerato (perché sono stai loro, vero?).

  3. Ora capisco perché il prato di San Siro è uno schifo.
    Ma la mia coscienza animalista si dibatte nello sdegno.

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